lunedì 27 novembre 2017

Juno.00008.004 - Hera - 004


Yemoja riaccompagnò Juno a casa, e convinse Rebecca a riprendersela, anche se si sentì in dovere di avvertirla che c'era la possibilità che Juno avesse messo incinta la sorella.

Rebecca disse: "Ho accettato che Juno avesse quattro figlie oltre a quella che ha generato con me, amerò la sesta come tutte le altre".

Alcune settimane dopo Hera saltò il ciclo, ed il test di gravidanza fu positivo. Fu Rebecca a proporre una festa al ristorante, ma Xiuhe avvertì che la verdura cruda può essere contaminata dal Toxoplasma Gondii - per cui, prima della festa, pretese l'esame degli anticorpi contro il Toxoplasma.

Hera fece notare che era una ben nota gattara in Continente, quindi era improbabile che non avesse mai contratto l'infezione, ma si sottopose all'esame - che risultò positivo: il feto era ben difeso contro il parassita.

Hera continuò a lavorare al ristorante, anche se la gravidanza la spossava un po', e le calze autoreggenti contenitive divennero praticamente obbligatorie - ma quando i clienti scoprivano perché le portava, l'iniziale mugugno diventava augurio per la neo-mamma.

La prima ecografia, alla 13^ settimana, diede una bella ed una brutta notizia: la bella notizia era che Hera non era incinta di un solo bimbo, ma di ben due bimbe; la brutta era che si trattava di gemelle siamesi "parapaghe ditoraciche".

Ovvero, come spiegarono Yemoja e Xiuhe mostrando le immagini ecografiche, le due gemelle avevano due gambe, una vulva, un sederino, un bacino, un ombelico, ma due spine dorsali, due toraci, quattro braccia, due teste.

Hera propose per le gemelle i nomi Hnoss e Gersemi, che nella mitologia norrena sono le dee della voluttà e della bellezza, le due figlie gemelle di Freyja, dea dell'amore; ma le fu fatto notare che erano nomi impronunciabili e potevano diventare ridicoli - si scelsero perciò due nomi biblici dal significato simile, Edna ed Ester. Il primo significa "piacere" in ebraico, il secondo "stella" in persiano.

Per il resto, le ecografie non rivelavano nulla di preoccupante, e mostravano gemelle in buona salute - l'unico problema era che farle passare tutte e due insieme per la vagina era impensabile, e quindi occorreva programmare un cesareo.

"Ne soffrirà la montata lattea?", chiese Hera, e sorridendo Yemoja rispose: "No. In ogni caso tutte le donne della famiglia, compresa Juno, continuano a produrre latte, quindi le tue figlie rischiano l'obesità, non la denutrizione!"

L'ecografia e l'età avanzata della gestante consigliarono una villocentesi, esame che richiede grande perizia, ma che Yemoja e Xiuhe sapevano fare, e che diede un risultato inaspettato: il cariotipo delle gemelle era 46,XY!

Sulle prime le ginecologhe pensarono di aver sbagliato ad interpretare l'ecografia, vedendo genitali femminili quando invece erano maschili, ma la ripetizione dell'esame non lasciò dubbi, e si rese necessario il sequenziamento genetico, che diede la notizia buona e quella cattiva.

La notizia buona era che il cromosoma Y delle gemelle era identico a quello di Juno, quella cattiva che effettivamente il gene per il recettore degli androgeni era stato disabilitato da una mutazione - le gemelle avevano un cariotipo maschile ma stavano sviluppando un corpo femminile perché completamente insensibili agli androgeni.

Hera ammutolì quando le fu spiegato questo, anche se Yemoja si era affrettata ad aggiungere che l'unico problema serio che avrebbero avuto le sue gemelle sarebbe stato la sterilità: le loro ghiandole genitali sarebbero state dei testicoli, incapaci però di produrre spermatozoi maturi; e sarebbero nate prive di utero.

"È ereditaria questa cosa?", chiese Rebecca, e Yemoja rispose: "Sì. Il gene mutato si trova nel cromosoma X, e si trasmette pertanto in linea materna. Sembra che Juno abbia ereditato dalla madre un cromosoma X sano, Hera uno sano ed uno mutato, ma alle figlie abbia passato quello mutato. Mi stavo chiedendo se nella famiglia di Juno ed Hera ci siano mai state donne sterili senza spiegazione apparente".

Juno ci pensò un attimo e rispose: "Mia madre era ovviamente XX, le mie zie pure, visto che tutte hanno figliato; tra le prozie, una sorella di mia nonna si trovò il matrimonio annullato per incapacità di compiere l'atto sessuale".

"Tombola!", disse Xiuhe, e Rebecca chiese: "Spiegati meglio!"

"Questa prozia è morta, quindi non si può indagare su di lei", rispose Juno, "l'ho incontrata poche volte, e quell'annullamento l'aveva devastata. Nessuno mi raccontò quello che era accaduto, ma quando feci un'indagine genealogica trovai l'annotazione nel registro dei matrimoni - e pure in quello dei battesimi".

Xiuhe si incaricò di spiegare l'accaduto: "Le donne con totale insensibilità agli androgeni hanno la vagina stretta e corta. Niente di irrimediabile - ma probabilmente il medico che notò la vagina così conciata notò anche la mancanza dell'utero, e deve aver consigliato di non tentare di allargare la vagina, ma di approfittare della situazione per chiedere l'annullamento per impossibilità del coito".

"Già", commentò Juno, "perché la sterilità non rende di per sé nullo il matrimonio cattolico, ma l'impossibilità del coito invece sì".

Hera si lasciò sfuggire due lacrime dicendo: "Speravo di diventare nonna, questo sarà impossibile", al che Juno disse: "Sei già zia di cinque nipotine. Non ti annoierai".

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