sabato 11 novembre 2017

Juno.00007.008 - Baraq - 008


Il servizio ai clienti non fu degno di nota: tutti mangiarono volentieri, e quelli che tendevano ad essere molesti erano stati rieducati oppure banditi - ne restavano comunque abbastanza per sostenere economicamente il ristorante.

Terminate le pulizie, Rebecca chiese a Juno: "Puoi parlarmi di Hera?"

"La mia sorella gemella. Abbiamo studiato nella stessa università, lei psicologia, io giurisprudenza. Condividevamo l'appartamento, ed una sera pure il letto".

"Come accadde?"

"Ci siamo trovati a studiare il medesimo argomento - l'incesto tra adulti consenzienti - dai nostri rispettivi punti di vista. Non riuscivamo a credere che meritasse la criminalizzazione e demonizzazione che ne facevano i nostri futuri colleghi. Come fratello e sorella avevamo già una grande intimità - simile a quella che abbiamo noi in questa famiglia naturista ..."

"Vuoi dire che eravate abituate ad essere nude l'una accanto all'altra?", chiese Rebecca, e Juno rispose: "Fin da bambine. Questo non ci aveva mai turbato. Ma quel giorno volemmo provare se veramente l'incesto faceva così male".

"Che accadde?", chiese Rebecca, e Juno rispose: "Cominciammo con un bacio, e questo non ci sconvolse, anzi ci piacque. Continuammo succhiandoci il seno a vicenda (fu allora che cominciai ad erotizzare il mio seno ed a volerlo ingrandire), e terminammo con il 69 - con l'ingoio".

"Nient'altro?"

"Lei si dichiarò vergine, e forse aveva paura di concepire. In ogni caso fu magnifico", rispose Juno.

"E poi?", chiese Rebecca, e Juno rispose: "Lo facemmo anche altre volte, ma ogni volta sentivo sempre più forte il desiderio di cambiare il mio corpo. Ad Hera questi incontri erotici piacevano, ma la mia sempre maggior disforia di genere la turbava, ed alla fine decise di troncare".

"E tu che hai fatto?", chiese Rebecca, e Juno rispose: "Se non voleva, non si faceva. Avevo poco da insistere - e la disforia turbava anche me, per cui anch'io decisi di smettere".

"Siete tornate ad essere 'normali' sorelle, dunque?", congetturò Rebecca, e Juno rispose: "Sì. Ci laureammo entrambi ed iniziammo il tirocinio - però in città diverse. Non lo avevamo scelto, ma ci andava bene".

"Non vi siete più viste?"

"Ai nostri rispettivi matrimoni", disse Juno, "Hera era contenta del marito, ma si rese conto che tra me e mia moglie ci sarebbero stati dei problemi".

"Sapeva già che non avreste avuto figli?"

"Si era resa conto che la mia disforia persisteva, e che mia moglie non era preparata ad affrontarla", rispose Juno, "E se le occasioni per concepire sono poche, avere figli non è così facile".

"Lei è psicoterapeuta, hai detto", osservò Rebecca, "Non ha cercato di aiutarvi?"

"Un terapeuta non può prendere in carico dei parenti", rispose Juno, "L'analisi che Sigmund Freud fece alla figlia Anna è considerata l'esempio da non imitare; e l'aver avuto rapporti sessuali insieme preclude un rapporto analitico".

"Hmm ... non è che lei si ritenesse colpevole di quello che stava accadendo?", chiese Rebecca, "Hai detto che hai cominciato a soffrire di disforia di genere quando sei andata a letto con lei".

"No", rispose Juno, "Lei era troppo intelligente per non capire che era stata solo la miccia - ma la carica esplosiva era accantonata da prima che io nascessi".

"Spiegati meglio", chiese Rebecca, e Juno precisò: "La disforia di genere e la tendenza ad imitare le persone che si amano sono sintomi comuni nella Sindrome di Asperger - è stata lei a diagnosticarmela, dopo l'esame di stato, ripensando a questi incontri".

"La diagnosi te l'ha data, ma l'aiuto no", osservò Rebecca, e Juno ne convenne.

"Peccato. Avrei voluto conoscere tua sorella", disse Rebecca, e Juno rispose: "Forse ne avrai l'occasione".

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