sabato 4 novembre 2017

Juno.00007.007 - Baraq - 007


La mamma di Teresa accettò, ed alle undici si presentò puntuale al ristorante. Juno, Rebecca e Teresa erano vestiti questa volta (Baraq aveva preferito declinare l'invito), e le fecero trovare il pranzo pronto. Dopo i convenevoli di rito, che iniziarono con un "Piacere, Simona", la mamma di Teresa, che si chiamava appunto Simona, chiese: "Come mai si chiama così questo ristorante?"

"Ohel Mo'ed'?", chiese Juno, che rispose, "Nella Bibbia ebraica significa 'Tenda dell'incontro', quella in cui era custodita l'Arca del patto, si manifestava l'Eterno e Gli si rendeva culto finché gli israeliti erano nel deserto. Diodoro Siculo riferisce che fenici e cartaginesi, cugini degli ebrei, avevano in ogni accampamento militare una 'tenda sacra', che dev'essere stata il modello della tenda biblica".

"È dunque un ristorante kasher?", chiese Simona, e Juno rispose: "Non abbiamo la certificazione, ma serviamo solo cibi vegetali crudi, che sono quasi sempre kasher. Per garantire il cliente, la cucina è separata dalla sala da pranzo da una vetrata, così il cliente verifica personalmente quello che gli serviamo".

"È un ristorante naturista?", chiese un po' preoccupata Simona, e Juno rispose: "Sì, e questo ci rende impossibile chiamare un rabbino per rilasciarci la certificazione, e ci impone di servire solo cibi che chiunque può verificare con i propri occhi che sono kasher".

"O mamma mia!", disse Simona, e Rebecca indicò un cartello con su scritto: "Vi auguriamo il buon appetito se: 1. Non portate a tavola cellulari o macchine fotografiche; 2. Vi mettete un asciugamano sulla sedia (se ve lo siete dimenticato ve lo vendiamo) per la vostra ed altrui igiene; 3. Non fate nulla che possa essere interpretato come una molestia - anche guardare insistentemente una persona nuda è molesto. Chi non merita il buon appetito viene cacciato, paga il conto lo stesso, e viene segnalato alla Federazione Naturista Internazionale".

Simona si mostrò un po' tranquillizzata, e Rebecca le chiese: "Lei che mestiere fa?"

"Psicoterapeuta. Il mio caposcuola è Peter Fonagy".

"La signora se ne intende!", disse ammirata Juno; Simona le chiese: "Lo conosce?"

"Mia sorella Hera è una psicoterapeuta anche lei, che tenta il sincretismo tra la teoria delle relazioni oggettuali e quella junghiana degli archetipi", spiegò Juno, "Lei dice, insomma, che un archetipo è una relazione oggettuale prevalentemente innata anziché prevalentemente frutto dell'esperienza, come quelle di cui si occupano Otto Kernberg e Peter Fonagy, tra gli altri".

"Marie-Louise Von Franz paragonava l'archetipo ad una gestalt", osservò Simona, "sono tutti modi di attualizzare e precisare un concetto che Jung aveva lasciato troppo vago".

Rebecca fu molto stupita: Juno non le aveva mai parlato di Hera! Non era stata nemmeno invitata alla loro unione civile! Non appena Simona chiese di andare in bagno (aveva fatto un lungo viaggio), Rebecca chiese a Juno: "Perché non mi hai mai parlato di Hera?"

"Abbiamo fatto cose di cui mi pentirò sempre", rispose Juno, e Rebecca pensò: "Ma sono finite a letto insieme?!? Beh, questo spiegherebbe tante cose, ma devo accertarmene ed approfondire!"

Simona, tornata dal bagno, vide che era quasi mezzogiorno e disse: "Immagino dobbiate aprire il ristorante ...", e Rebecca aggiunse: "Sì, e dobbiamo anche spogliarci. Non possiamo pretendere che i clienti siano nudi se non siamo nude anche noi. Se lei vuole restare, può andare in camera da sua figlia".

"Vorrei conoscere Baraq", disse Simona, "Il ragazzo con cui è stata mia figlia stanotte", e Rebecca disse: "Non se l'è sentita di incontrarla formalmente, ma fra poco si spoglia e scende ad aiutarci. Così vedrà se sua figlia ha avuto buon gusto!"

Simona rise, ma pensò che fosse meglio lasciar campo libero ai naturisti, ed andò in camera da Teresa - ci entrò prima che Baraq scendesse nel ristorante, e perciò non lo incontrò.

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