martedì 22 agosto 2017

Juno.00002.002 - Aspermer Syndrome Collection - 002


Qualche giorno dopo Juno tornò nello studio medico di Giaele.

“Parlo prima io, o parli prima tu?”, chiese Giaele, e Juno rispose: “Prima le cis”.

“Sono disposta a gestire le banche dello sperma che Anna propone di fare. Ma vorrei che fosse Rebecca ad occuparsi dei locali, delle attrezzature e dell’organizzazione”.

“Lei ha già ricordato che sta per diventare un’ingegnera idraulica, non biomedica. Potrà procurare i locali ed adeguarli alle esigenze di una banca del seme, ma bisognerà assumere un ingegnere biomedico per la scelta e la gestione delle attrezzature”.

“Bene. Se Rebecca ha risposto così vuol dire che ritiene il progetto fattibile, e lo approfondiremo insieme. Tu di che hai bisogno?”

“Sto mettendo pancia!”

“Tesoro, con la scusa che fai molta cultura e poco sport, e che la colazione te la fa Rebecca, il pranzo te lo fo io, la cena te la fa Debora, mangi più di quello che consumi! Dovresti metterti a dieta!”

“Sono golosa! Ed il grasso si accumula in pancia, purtroppo!”

“Perché non hai mai preso ormoni femminili, ed hai un assetto ormonale maschile”.

“E … se facessi un altro lipofilling?”

“Spostare il grasso dal ventre al seno? Si può fare, ma mettiamo anche delle stecche di balena sotto la pelle per impedire alle mammelle di cadere dal petto?”

“Veramente, mi piacerebbe potermi fare il ‘titfuck’ da sola. Se sono un po’ mosce come i fichi maturi, meglio”.

Giaele cadde dalla sedia dal gran ridere, e quando si rialzò disse: “Stai confermando la teoria dell''autoginefilia' di Harry Benjamin, molto avversata dalle organizzazioni trans. E credo che Rebecca ti vieterebbe questa pratica."

"Lei è poli ed io non sono gelosa. Con che faccia potrebbe vietarmi di fare l'amore con me stessa ogni tanto?"

"Hai ragione. Comunque, Juno, non devi per forza avere le tette più grandi della città. Non devi più ‘passare’ per forza. Sappiamo tutti che sei una donna”.

“A Rebecca l’idea di ingrandirmi il seno piacerebbe”.

“Lei ha la tua stessa ossessione. Ho dovuto rifiutarmi di prescriverle degli estrogeni. Le ho fatto notare che non val la pena rischiare un tumore mammario per migliorare l’estetica”.

“Io avrei un’idea per risolvere il problema, ma bisogna prima fondare la banca dello sperma”.

“Cioè?”

“Io e Rebecca diventiamo mamme insieme!”

Giaele aprì la bocca sbigottita, e dopo alcuni minuti disse a Juno: “È solo un’idea tua o ne avete già parlato?”

“Ci abbiamo pensato più volte, ma non seriamente. Ed infatti lei continua ad usare la spirale”.

“Non si fa un figlio solo per aumentare le proprie misure vitali. Ed una volta mamma, Rebecca penserà moltissimo al figlio. Ovviamente io e Debora impazziremo per il nostro nipotino e vi aiuteremo, ma Rebecca dovrà dare la priorità a lui e non a te. Spero che tu non ti senta trascurata”.

“Anch’io impazzirei per un figlio.”

“Od una figlia. Si è notato che la proporzione di spermatozoi con il cromosoma X aumenta con l’età di chi li produce”.

“Meglio ancora. La banca dello sperma servirebbe solo ad aumentare la probabilità di concepire”.

“Prima di ricorrere a mezzi artificiali, assicurati che quelli naturali a tua disposizione siano insufficienti. Ti renderai conto di quanto è faticoso ricorrere alla fecondazione assistita, dopo aver fondato la banca”.

“Ok. Prima però occorre che Rebecca si laurei e faccia l’esame di stato. Si prevede che depositerà la tesi in aprile, si laureerà in giugno, e farà l’esame di stato in novembre”.

“Dopodiché, via la spirale e farlo come se non ci fosse un domani?”

“Più o meno”.

“Juno, qui occorre fare una riunione di famiglia per pianificare tutte le cose che vogliamo fare – non la vostra riproduzione, ovviamente – altrimenti combiniamo un disastro”.

“Dopodomani sera?”

Giaele guardò l’agenda dei turni in ospedale, e rispose: “Per me va bene. Vediamo se sono d’accordo anche Rebecca e Debora”.

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