giovedì 17 agosto 2017

Juno.00001.001 - Transizione - 001

[Inizio]

Leonida comunicò infine a Rebecca che per lui avere un rapporto sentimentale era più importante che avere rapporti sessuali, e che non se la sentiva di dividere la sua partner con altre persone.

Perciò il loro passato comune finiva tra i ricordi, ed il loro futuro comune poteva essere solo amicale.

A Rebecca questo dispiacque, ma anche lei aveva capito che non c’era altro da fare.

Leonida le comunicò che desiderava transizionare, che aveva scelto come nome femminile “Juno”, e le chiedeva il nome di un avvocato per patrocinarlo nella transizione.

Rebecca rispose che non conosceva in città avvocati esperti di queste cose, ma la sua avvocata sarebbe stata felice di consigliare un collega adatto.

“Serve forse anche uno psicologo?”, chiese Rebecca, e Leonida rispose: “La legge lo impone”.

Nel pomeriggio Rebecca diede a Leonida ambo i nomi e gli chiese: “D’ora in poi devo chiamarti Juno e considerarti una donna in tutto e per tutto?”

“Si. Ti ringrazio per avermi aiutato molto a stabilirmi in questa bella città. Ho appena presentato domanda di cambio di residenza”.

“Fondamentale per godere dei benefici fiscali per l’acquisto della prima casa. Sono contenta di esserti stata utile”.

L’avvocata Itria aveva lo studio a Macomer, e quando ricevette Juno le disse:

“Il suo problema è provare che lei vive come una donna e tutti la riconoscono come tale. Ma se lei si è appena stabilita in Sardegna, ed in Continente lei viveva da uomo, questa prova non c’è ancora. Lei la deve creare. Il suo aspetto la aiuta molto, ma lei deve insistere, ogni volta che incontra qualcuno, che lei è una donna a dispetto dei documenti”.

“Devo anche truccarmi, vestirmi in modo seducente, ecc.?”

“No. Lei deve fare quello che le piace, non quello che gli altri si aspettano da lei. Neanch’io che sono una donna cis ritengo doveroso appagare lo sguardo maschile. Ricordi che se lei transiziona, lo fa per sentirsi meglio”.

“E per la psicologa?”

“Assunta è molto brava. Serve anche una sua perizia favorevole”.

Assunta disse ad Juno:

“Sono una psicologa archetipica, ed il suo caso mi pare sospetto. La Sindrome di Asperger fa questi scherzi, ovvero rende molte persone che ce l’hanno non-binarie, e devo essere sicura che transizionare sia la cosa migliore per lei. Più preoccupante per me è che temo ci troviamo di fronte all’irruzione di un archetipo. Transizionare gioverebbe all’archetipo, ma non al suo Sé, che è quello che devo tutelare”.

“Lei mi sta dicendo che sono psicotica?”

“No. L’esame di realtà è intatto. Ciò non toglie che chi è vittima di queste irruzioni interpreti se stesso e la realtà che la circonda in modo che giova all’archetipo, e non a sé. La perizia medica favorevole, se ci sarà, aspetterà il tempo che noi risolviamo insieme questo dubbio”.

“Che archetipo secondo lei mi possiede?”

“Giunone. Una delle versioni della Grande Madre. Forse insieme con Artemide, visto quello che mi ha raccontato della sua storia con Rebecca”.

“Cosa ne pensa?”

“Gli archetipi influenzano anche i rapporti degli altri verso di noi. Rebecca si è comportata come una ninfa del corteo di Artemide, che ha amato la sua signora, anche se in forma maschile”.

“Del resto, Giove, per sedurre una di queste ninfe, Callisto, si trasformò in Artemide”.

“Interessante osservazione. Del resto, Giove e Giunone sono fratello e sorella, si somigliano di più di una normale coppia di sposi. Anche se la storia delle religioni ci insegna che sono divinità nate separatamente, potremmo chiederci se un archetipo non sia la versione controsessuale dell’altro – con Giove che fa un lavoro ‘sporco’ (la seduzione) e Giunone un altro (il punire colei che ha perso la sua virtù)”.

La seduta, illuminata dalla menzione che Juno aveva fatto di Callisto, terminò meglio di come era iniziata, ma alcuni giorni dopo Juno volle farsi confermare da Rebecca che aveva avuto il ciclo – per fortuna di entrambi, sì.

Juno non amava truccarsi, ma amava i vestiti colorati e … i gioielli. Debora doveva ricordarle di non portarne troppi addosso, e che con tutti i gioielli che aveva comprato, le conveniva tenere in una cassetta di sicurezza quelli che non indossava, altrimenti rischiava che i ladri le irrompessero in casa.

Un giorno Juno mostrò a Debora delle foto di gioielli erotici tratte dal web, e Debora disse: “Li facciamo anche noi, anche se non li mettiamo certo in vetrina. Che gioielli vorresti?”

“Qualcosa che copra, evidenzi e stimoli capezzoli ed areole”.

“Ti faccio prendere le misure da Giaele, scegliere un tipo e poi te li faccio”.

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